Si può leggere una raccomandata destinata a un’altra persona?


Si può leggere una raccomandata destinata a un’altra persona?
Alessandra Caraffa

La raccomandata A/R è un prodotto postale molto diverso dalla posta ordinaria, con tempi di consegna e caratteristiche peculiari. Mentre può capitare di trovare nella cassetta delle lettere una comunicazione ordinaria indirizzata ad altre persone, magari per problemi di omonimia o per un semplice errore del portalettere, trovarsi ad accettare per sbaglio una raccomandata A/R destinata ad altre persone è piuttosto complicato, e rischia in alcuni casi di sfociare in un reato penale. 

Cosa fare, quindi, se si accetta per sbaglio la raccomandata destinata a un’altra persona? Si può leggere la posta destinata ad altri? Vediamo cosa dice la Legge italiana.

Che succede se si accetta una raccomandata destinata ad altri?

Quando consegna una raccomandata A/R, il postino chiede alla persona che accetta la corrispondenza di apporre una firma a certificazione dell’avvenuta consegna del messaggio. Da quel momento, per la Legge italiana, la comunicazione si considera ufficialmente ricevuta dal destinatario - anche se ad accettare la corrispondenza è stata un’altra persona.

Nel momento in cui il portalettere appone il timbro sull’avviso di ricevimento firmato, egli è considerato a tutti gli effetti un pubblico ufficiale: l’avviso di ricevimento, in altre parole, costituisce prova della ricezione del messaggio

Il destinatario si considera così raggiunto dalla comunicazione anche nel caso in cui, per qualunque motivo, la persona che ha ritirato la corrispondenza non dovesse consegnare il messaggio al diretto interessato. 

Si può ricevere la posta indirizzata a un estraneo?

Tutto quanto descritto sopra è vero soltanto nel caso in cui a ricevere la notifica sia un familiare convivente che abbia più di 14 anni e che sia in grado di intendere e volere. 

Una notifica affidata a una persona estranea o a un vicino di casa, invece, viene formalmente considerata nulla: se si accetta per sbaglio una raccomandata non destinata a sé o a un proprio parente convivente, in sostanza, la consegna del messaggio si considera come mai avvenuta, e non ci sono conseguenze di alcun tipo.

Secondo la normativa italiana, in questo caso l’errore è del postino che decide di notificare l’atto a una persona che non dovrebbe poterlo ricevere conto terzi: perciò chi si trovasse ad accettare per errore una comunicazione destinata a terzi non rischia alcuna sanzione, né è tenuto a segnalare la cosa. 

Leggere una raccomandata destinata ad altri: cosa dice la Legge

Diverso è il discorso se, oltre ad accettare la raccomandata destinata a un estraneo, si decide di aprire la busta per leggerne il contenuto: in questo caso, infatti, si profila la possibilità di commettere un reato penale, punibile anche con la reclusione.

Si tratta del reato di violazione di corrispondenza, che come specificato nell’articolo 616 del Codice Penale è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 516 euro. Si espone a tale reato “chiunque prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa, a lui non diretta, ovvero sottrae o distrae (...) una corrispondenza chiusa o aperta, a lui non diretta, ovvero, in tutto o in parte, la distrugge o sopprime”. 

È la stessa Costituzione italiana, in primis, a sancire la segretezza della corrispondenza: le comunicazioni sono considerate inviolabili, a meno che non sussista uno specifico provvedimento dell’autorità giudiziaria che deliberi in senso contrario (come avviene per esempio nel caso delle intercettazioni telefoniche).

Il reato di violazione di corrispondenza

Leggere una raccomandata destinata a un’altra persona può costituire un reato penale: ciò avviene ogni qualvolta una persona decida di prendere cognizione, prima del destinatario e in maniera fraudolenta, del contenuto di una comunicazione destinata ad altri. 

Si può leggere la corrispondenza altrui solo ed esclusivamente quando si agisce nell’esercizio di un diritto, come può avvenire per esempio nel caso del curatore fallimentare o del familiare convivente che ricevono la corrispondenza in nome e per conto dell’effettivo destinatario.

Il reato di violazione di corrispondenza punisce in particolare quattro comportamenti, che sono:

  • prendere cognizione del contenuto di un messaggio indirizzato a un’altra persona prima che  il destinatario ne venga a conoscenza;
  • sottrarre la corrispondenza altrui con lo scopo di conoscerne il contenuto;
  • distruggere la corrispondenza altrui;
  • rivelare il contenuto della corrispondenza altrui senza autorizzazione.

Quest’ultima condotta, in particolare, costituisce un’aggravante nel caso in cui il destinatario possa subire un pregiudizio materiale o morale in seguito alla divulgazione delle informazioni ottenute tramite la violazione della corrispondenza. 

Oltre la posta cartacea: si può leggere l’email destinata a un altro?

Se leggere una raccomandata destinata a un estraneo può configurarsi come un reato penale, anche per quanto riguarda le comunicazioni informatiche e telematiche esistono delle specifiche leggi a tutela della privacy. 

Non soltanto il contenuto della posta cartacea, ma anche email, SMS e chat personali sono considerate inviolabili. Intercettare o sottrarre questo tipo di comunicazioni con la finalità di ingannare o danneggiare il destinatario dei messaggi, come disposto nell’Articolo 617 del Codice Penale, è un reato che può essere punito con la reclusione fino a otto anni.

Nel 2020, per esempio, un uomo è stato condannato per aver installato un software capace di intercettare in maniera fraudolenta i messaggi indirizzati alla moglie e per aver preso visione di fotografie ed email destinate alla donna (Sentenza n. 30735/2020 della Corte di Cassazione). 

Un'altra sentenza della Cassazione (n. 52572/2017) stabilisce che è reato violare la privacy altrui anche quando non si è in presenza di un accesso forzato al sistema telematico, cioè quando si conoscono le password della persona di cui si stanno intercettando le comunicazioni. 

Poco importa quindi se si tratta delle chat o delle email di un parente convivente: leggere una comunicazione destinata a un’altra persona, che sia una raccomandata o una chat privata, costituisce un illecito quando l’azione è svolta in maniera fraudolenta, e cioè tesa a ingannare o danneggiare la vittima.

 

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