Hai ricevuto una lettera dall'Agenzia Entrate? Ecco cosa potrebbe essere


Hai ricevuto una lettera dall'Agenzia Entrate? Ecco cosa potrebbe essere
Alessandra Caraffa

Trovare una lettera dall’Agenzia delle Entrate nella cassetta della posta è sicuramente un’esperienza che può provocare una certa preoccupazione. Quando si legge che il plico proviene dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, il pensiero non può che correre a fatti spiacevoli come sanzioni, ipoteche, fermi amministrativi o solleciti di pagamento per qualche bolletta o tassa non pagata in passato. 

Se la comunicazione arriva per posta ordinaria, però, non c’è di che preoccuparsi: non sono molti i casi in cui l’Agenzia delle Entrate comunica con i contribuenti tramite lettera, e generalmente si tratta di comunicazioni inoffensive o che consentono di mettersi in regola con il Fisco in tempi ragionevoli. 

Vediamo quindi nel dettaglio cosa aspettarsi da una lettera dell’Agenzia delle Entrate, quali comunicazioni escludere e cosa fare quando si riceve una lettera.

Lettera dall’Agenzia delle Entrate: cosa può essere?

Quando si riceve una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate nella cassetta della posta o nella casella email ordinaria, si tratta con buona probabilità di una comunicazione che non deve far preoccupare. 

L’Agenzia delle Entrate non comunica spesso tramite posta ordinaria, prediligendo per ovvi motivi le comunicazioni via Raccomandata A/R, che permettono di avere certezza dell’avvenuta consegna della comunicazione. 

Se si riceve una lettera dall’Agenzia delle Entrate - Riscossione, quasi certamente quello che si troverà nella comunicazione è un invito a regolarizzare la propria posizione contributiva, ovvero una lettera di compliance che l’Agenzia invia ai cittadini quando individua alcuni specifici errori nella Dichiarazione dei Redditi.

Per sapere cosa potrebbe esserci all’interno della lettera, la prima cosa da fare è quindi escludere tutte quelle comunicazioni che l’Agenzia delle Entrate è tenuta a inviare tramite Raccomandata A/R o PEC.

Posta ordinaria dall’Agenzia delle Entrate: le comunicazioni da escludere

Quando l’Agenzia delle Entrate deve inviare una comunicazione ufficiale a un contribuente, quasi sempre lo fa tramite una Raccomandata con ricevuta di ritorno, poiché questa permette di certificare l’avvenuta consegna della comunicazione al destinatario.

La posta ordinaria è riservata a un numero molto limitato di comunicazioni, perciò prima di preoccuparsi vale la pena escludere le comunicazioni che l’Agenzia delle Entrate è tenuta a inviare tramite PEC o Raccomandata A/R, tra le quali:

  • le cartelle esattoriali;
  • le richieste di pagamento di bollo auto o canone Rai;
  • il sollecito di pagamento di una multa, un’imposta o una bolletta, oppure che superi i 10.000 euro;
  • il preavviso di fermo amministrativo di un veicolo a motore, il cui pagamento deve essere regolarizzato entro 30 giorni;
  • il preavviso di ipoteca;
  • l’avviso di presa in carico e l’avviso di intimazione, che riguardano rispettivamente l’accertamento esecutivo e l’espropriazione forzata dei beni a seguito del mancato pagamento di una cartella.

Le comunicazioni più temute da parte del Fisco, in sostanza, non viaggiano per posta ordinaria. Quello che può trovarsi nella cassetta della posta, oppure nella casella dell’email, è generalmente una comunicazione che non deve destare troppe preoccupazioni.

Lettera dell’Agenzia delle Entrate, cosa può esserci dentro?

Quando si riceve una lettera dall’Agenzia delle Entrate, le cose che ci si può aspettare di trovare nella cassetta della posta sono:

  • un sollecito di pagamento per importi inferiori a 1.000 euro: la legge dispone che “non si procede alle azioni cautelari ed esecutive prima del decorso di 120 giorni dall’invio, mediante posta ordinaria, di una comunicazione contenente il dettaglio delle iscrizioni a ruolo”. Ciò non significa che l’Agenzia delle Entrate prediliga la posta ordinaria per questo tipo di comunicazioni: al contrario, i solleciti vengono quasi sempre inviati tramite PEC - essendo la posta ordinaria un’alternativa da usare soltanto in caso di assenza di indirizzo PEC nei pubblici registri;
  • la nuova Tessera Sanitaria, che l’Agenzia delle Entrate spedisce automaticamente a tutti i cittadini in prossimità della scadenza della precedente;
  • una lettera di compliance, o comunicazione di irregolarità, cioè l’invito a regolarizzare la propria posizione o dimostrare la correttezza di quanto dichiarato in sede di 730 o denuncia dei redditi;

Nella maggior parte dei casi, quando si parla di “lettera dell’Agenzia delle Entrate” si fa riferimento a quest’ultima: si tratta della cosiddetta tax compliance, cioè della richiesta di chiarimenti che l’Agenzia invia al contribuente quando trova errori o discrepanze nella dichiarazione dei redditi.

Cos’è la lettera di compliance dell’Agenzia delle Entrate

La lettera dell’Agenzia delle Entrate per l’adempimento spontaneo segnala eventuali errori o omissioni riscontrati nelle dichiarazioni dei redditi, dando al contribuente l’opportunità di regolarizzare la propria posizione e correggere gli errori individuati durante i controlli del Fisco.

In particolare, l’Agenzia invia una lettera quando riscontra un’anomalia in uno dei seguenti redditi percepiti:

  • redditi da lavoro dipendente o da pensione;
  • redditi dei fabbricati derivanti da contratti di locazione, inclusi quelli con cedolare secca;
  • assegni periodici corrisposti dall’ex coniuge;
  • redditi di partecipazione in società, associazioni fra artisti e professionisti, imprese familiari e aziende coniugali;
  • redditi da capitale;
  • redditi da lavoro autonomo non derivanti da attività professionali e redditi diversi
  • redditi da lavoro autonomo dati dall’esercizio di una professione abituale, compresi quelli in regime di vantaggio e forfettario.

In sostanza, ogni volta che l’Agenzia trova delle discrepanze tra quanto dichiarato dal contribuente e lo stile di vita che risulta dai controlli incrociati del Fisco su entrate e uscite dei conti correnti del cittadino scatta la richiesta di delucidazioni da parte dell’ente. 

Nella comunicazione di compliance dell’Agenzia delle Entrate sono riportati nel dettaglio i redditi che non risultano dichiarati, corredati di una tabella che indica a quali categorie - tra quelle indicate sopra - si riferiscono le cifre segnalate.

Vale la pena ricordare che la lettera che l’Agenzia delle Entrate invia per invitare il contribuente a correggere eventuali errori emersi nella dichiarazione dei redditi viene generalmente inviata tramite PEC. L’opzione della posta ordinaria è considerata valida solo nel caso in cui la PEC non sia attiva o non sia registrata nei pubblici elenchi.

Lettera dall’Agenzia delle Entrate: cosa fare

Chi riceve la lettera dell’Agenzia, secondo la guida pubblicata dall’Ente nel marzo 2019, “deve attivarsi per evitare che le irregolarità riscontrate nella dichiarazione dei redditi diventino, successivamente, il motivo dell’emissione di un avviso di accertamento”.

Quando si riceve la lettera bisogna quindi mettersi in contatto quanto prima con l’Agenzia delle Entrate per chiarire la propria posizione, sia nel caso in cui non si siano commesse violazioni sia nel caso in cui s’intenda procedere con la regolarizzazione di errori ed omissioni.

“La prima cosa da fare quando arriva la lettera”, si legge nella guida, “è quella di verificare che i rilievi fatti dall’Agenzia siano corretti”: bisogna quindi verificare che i dati riportati nella comunicazione corrispondano a quelli della dichiarazione dei redditi a cui fanno riferimento.

Una volta verificata la correttezza della segnalazione, è necessario chiarire la propria posizione nei confronti del Fisco tramite una dichiarazione integrativa che corregge le irregolarità riscontrate nella prima.

Le istruzioni per comunicare con il Fisco sono riportate nella stessa lettera: accedendo nel proprio cassetto fiscale online sul portale dell’Agenzia delle Entrate è possibile trovare il prospetto precompilato per rettificare la dichiarazione dei redditi e predisporre la dichiarazione integrativa.

Questa va poi inviata all’Agenzia delle Entrate utilizzando il servizio telematico CIVIS, che consente di trasmettere telematicamente i documenti richiesti.

 

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